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Sicurezza e Normative: il ruolo chiave della certificazione degli impianti elettrici

Un recente caso giudiziario ha evidenziato l’importanza cruciale di un impianto elettrico adeguatamente certificato nel contesto della responsabilità del conduttore per danni da incendio al bene locato. Questo sottolinea l’urgenza di rispettare le normative per garantire la sicurezza degli impianti e mitigare rischi legali, rendendo la conformità normativa fondamentale per la tutela nelle locazioni e la sicurezza abitativa.

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Introduzione

 

La certificazione degli impianti elettrici, nota come Dichiarazione di Conformità (Di.Co.), rappresenta un documento fondamentale previsto dalla normativa italiana per attestare la conformità di impianti elettrici, sia civili che industriali, alle regolamentazioni vigenti. Introdotta dalla legge n. 46 del 1990, la Di.Co. ha l’obiettivo di regolamentare la realizzazione degli impianti elettrici, garantendo sicurezza e conformità agli standard tecnici e legislativi.

 

Evoluzione Normativa

 

La legge n.46 del 1990 è stata successivamente abrogata e sostituita dal Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 2008 (art. 7 del DM 37/2008), che ha precisato gli obblighi e le procedure per la realizzazione, la manutenzione e la progettazione degli impianti elettrici. In base a queste disposizioni, l’installatore è tenuto a redigere la dichiarazione di conformità, attestando il rispetto delle norme tecniche e legislative.

Importanza della Certificazione

 

Sicurezza e Conformità

La certificazione di conformità dell’impianto elettrico è cruciale per garantire la sicurezza degli ambienti e la protezione delle persone e delle proprietà. Attraverso questo documento, il professionista abilitato attesta il rispetto del progetto, delle leggi e delle normative tecniche, nonché l’utilizzo di materiali idonei e il superamento delle verifiche di sicurezza e funzionalità.

Tuttavia, l’obbligo di certificazione non riguarda solo gli impianti elettrici, ma anche altre tipologie di impianti come quelli idraulici, di riscaldamento, antincendio e molto altro. Il mancato rilascio della certificazione comporta pesanti sanzioni per l’impresa installatrice, evidenziando l’importanza della conformità normativa.

 


Implicazioni Legali

 

Contratti di Locazione

Nel contesto del contratto di locazione, la conformità dell’impianto elettrico diventa un elemento determinante. Se l’impianto non è a norma, l’inquilino ha il diritto di richiedere la risoluzione del contratto o una riduzione del canone di locazione. Tuttavia, per far valere questo diritto, è necessario che l’inquilino sia stato informato dello stato dell’impianto, come previsto dal contratto di locazione o da verbali di consegna.

 

Responsabilità in Caso di Danni

Le implicazioni giuridiche della mancanza di certificazione diventano evidenti anche in caso di eventi dannosi, come gli incendi. La responsabilità per i danni causati dall’incendio può ricadere sul conduttore, a meno che non dimostri di aver adottato le dovute precauzioni e che l’evento dannoso non sia imputabile a sue condotte colpose. Tuttavia, se l’incendio è causato dalla non conformità dell’impianto elettrico, la responsabilità del conduttore viene esclusa.

 

Giurisprudenza

Un caso recente affrontato dalla Corte di Cassazione (Corte di Cassazione – sez. VI civ. – ord. n. 3489 del 06-02-2023) ha confermato questa interpretazione, sottolineando l’importanza della conformità degli impianti elettrici e la conseguente elisione della responsabilità del conduttore in caso di mancanza di certificazione.

 

In conclusione, la certificazione degli impianti elettrici rappresenta un aspetto cruciale per garantire la sicurezza degli ambienti e la protezione delle persone. Il suo rispetto è fondamentale sia per gli installatori che per i proprietari immobiliari, al fine di evitare sanzioni e controversie legali, assicurando un ambiente sicuro e conforme alle normative vigenti.

 

Fonti

 

Legge 5 marzo 1990, n. 46 – Norme per la sicurezza degli impianti.

art. 7 e art. 15 del DM 37/2008

Corte di Cassazione – sez. VI civ. – ord. n. 3489 del 06-02-2023

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