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Sbarco in quota da piattaforme di lavoro elevabili

Si assiste sempre più frequentemente ad un utilizzo delle PLE (Piattaforme di lavoro elevabili) per raggiungere luoghi di lavoro in quota come coperture di fabbricati ed edifici per effettuare attività lavorative o sopralluoghi. Ma è possibile utilizzare le PLE per lo sbarco in quota? 

La piattaforma di lavoro elevabile è una macchina generalmente progettata per il solo sollevamento di persone a quote diverse, allo scopo di poter effettuare lavori di manutenzione, costruzione o altre attività all’interno della piattaforma stessa; pertanto, non è destinata allo sbarco o imbarco in quota di lavoratori.  

Negli ultimi anni si assiste ad un utilizzo frequente e non conforme delle PLE per accedere a luoghi di lavoro in quota. Il motivo principale dell’uso delle PLE per sbarco in quota è un minor costo rispetto a quello previsto per la predisposizione di apprestamenti, come scale provvisionali o ponteggi, ed un tempo minore per effettuare gli interventi. Come specifica il documento dell’INAIL del 2016 “ L’uso delle piattaforme di lavoro mobili in elevato nei cantieri temporanei e mobili”, il passaggio dai lavoratori dal cestello al luogo di lavoro in quota determina una serie di rischi per la sicurezza dei lavoratori, difatti, nell’atto di passaggio dalla macchina al luogo di lavoro, il cestello si scarica del peso del lavoratore e di conseguenza si può verificare un repentino innalzamento della macchina che può sbilanciare il lavoratore provocando la caduta sulla copertura o la caduta dall’alto. Anche Imbarcando il lavoratore in quota potrebbe veritieri un brusco abbassamento del cestello possibili conseguenze per la sicurezza del lavoratore. Il citato documento dell’INAIL sottolinea che per scongiurare il rischio caduta si potrebbe imporre l’uso della imbracatura anticaduta con cordino di trattenuta e assorbitore di energia, ma così facendo la PLE costituirebbe un punto di ancoraggio improprio non contemplato nella norma UNI EN 795 “Dispositivi individuali per la protezione contro le cadute – Dispositivi di ancoraggio”.  

La norma armonizzata UNI EN 280 è la normativa tecnica che definisce le caratteristiche tecniche ed i requisiti di sicurezza con cui il fabbricante deve progettare la PLE. Si ricorda che la norma armonizzata UNI EN 280 conferisce presunzione di conformità ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalla “Direttiva Macchine “. La normativa UNI EN 280 evidenzia che lo sbarco/imbarco in quota può essere effettuato solamente dal piano di campagna o dal telaio, ovvero quando la macchina è in condizione di riposo; dunque, nella norma non vengono contemplati i rischi derivanti dallo sbarco/imbarco in quota con PLE. La stessa normativa però indica al paragrafo 7.1.18 lett. a) che l’utilizzatore può richiedere al fabbricante le linee guida e l’approvazione per l’uso della piattaforma elevabile in condizioni o modalità differenti da quelle esplicitate nel manuale. Quindi, se da un lato la norma UNI EN 280 vieta lo sbarco/imbarco dalla PLE, dall’altro è possibile richiedere al fabbricante informazioni sull’uso diverso da quanto previsto dal manuale istruzioni ed ottenere il nulla osta del fabbricante: Il fabbricante dovrà approvare l’eventuale uso non consentito con procedure e linee guida che vanno ad integrare il manuale istruzioni della PLE nelle condizioni particolari richieste dall’utilizzatore. Se quindi l’utilizzatore decide di sbarcare in quota con una PLE deve innanzitutto scegliere una macchina adeguata allo sbarco/imbarco in quota e provvedere a redigere la procedura di sbarco/imbarco in quota. A seguito della procedura di sbarco/imbarco, il fabbricante porta integrare la procedura per gli aspetti di sicurezza della macchina.  

L’AISEM “ Associazione Italiana Sistemi di Sollevamento, Elevazione e Movimentazione” fornisce un elenco esemplificativo delle informazione che il fabbricante deve fornire relativamente alla possibilità di effettuare uno sbarco in quota : 

  1. a) se lo sbarco in quota sia consentito oppure no; 
  2. b) in caso lo sbarco sia consentito: 
  3. deve essere prevista la modalità di utilizzo del punto di accesso alla piattaforma per consentire di effettuare l’operazione di sbarco/reimbarco senza esporre il lavoratore a rischi di caduta; 
  4. prevedere eventuali punti di ancoraggio idonei per il collegamento di un sistema anticaduta, laddove presenti sulla PLE; 
  5. prescrizioni relative a carichi aggiuntivi o modifica dei carichi imposti alla PLE per i quali non è stata progettata, che potrebbero compromettere la stabilità o il sovraccarico della macchina; 
  6. avvertenze sulla possibile oscillazione della piattaforma durante lo sbarco/reimbarco e/o lo scarico improvviso di materiali.

Il datore di lavoro che prevede la necessità di sbarco in quota della PLE, dovrà procedere all’analisi e alla valutazione dei rischi ed alla redazione della procedura operativa di sbarco/imbarco. La stessa AISEM fornisce un elenco non esaustivo di punti che sono onere del datore di lavoro utilizzatore: 

  1. a) valutazione dell’area di sbarco (resistenza, dimensioni, portata e predisposizioni varie);
  2. b) appropriata scelta di dispositivi di protezione individuale anticaduta e il loro utilizzo; 
  3. c) modalità di trasferimento del lavoratore dalla piattaforma delle PLE alla zona di lavoro (operazioni di uscita, sgancio, riaggancio ecc.); 
  4. d) verifica che la massima capacità di carico della PLE, come indicata dal costruttore, sia idonea all’utilizzo previsto durante lo sbarco in quota; 
  5. e) movimento improvviso delle PLE e possibili interferenze con altri mezzi di sollevamento e/o strutture adiacenti alla zona di sbarco; 
  6. f) gestione dell’emergenza.
Sicurema
Sicurema

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